è un po' come essere tornati indietro di una dozzina d'anni, ai tempi di
mortal kombat per la precisione, quando una misera spina dorsale penzolante aveva fatto gridare un po' tutti allo scandalo. proprio come allora, è sulla bocca di tutti di questi giorni l'insulto al medium videoludico, vuoi per uno sfortunato numero di
panorama, vuoi per l'esplosione del
caso bulli. Stavolta i titoli presi di mira sono
rule of rose e
bully (che triste coincidenza, vero?). non ho mai giocato a nessuno dei due, come probabilmente chiunque ne abbia parlato finora, ma non è questo il punto.
il fatto è che, oggi anche la politica sembra aver riscoperto il vero ruolo dei videogiochi, cioè quello di corruttori di indifese menti giovanili. stavolta, invece di innalzare barricate e cercare di dimostrare il contrario, io direi: lasciamoli fare. il fatto che nuove
authority spesate dai contribuenti cominceranno a vietare ai minori i giochi più violenti può al massimo portare ad un lieve calo delle vendite, anche perché ricordiamoci che la più grossa fascia di giocatori al momento è quella intorno ai vent'anni. e magari le case di sviluppo, terrorizzate da tali provvedimenti, molleranno il filone violento per dar retta alle nuove idee che continuamente vengono loro proposte, ma cassate perché non "vendibili".
c'è chi dice che ogni medium debba superare un periodo di demonizzazione per essere ritenuto adulto, quindi a conti fatti potrebbe essere il momento giusto.
link@videoludicalink@gamesblog (e poi li chiamano giornalisti...)